L’intervento per il prolasso uterino: trattamento laparoscopico in donne fertili desiderose di prole

Il prolasso uterino è una patologia frequente nelle donne in menopausa, più rara nelle donne giovani e ancora desiderose di prole: l’intervento in laparoscopia offre un approccio mini-invasivo a tale patologia ed è particolarmente vantaggioso se si desidera un trattamento conservativo sull’utero.

Nella nostra divisione si tratta per via laparoscopica il prolasso uterino nelle donne giovani e desiderose di prole: l’intervento consiste nel fissare con rete in polipropilene l’utero al promontorio del sacro (isteropromontofissazione). Abbiamo trattato 23 casi di isteropromontofissazione: si sono verificate 2 recidive parziali dopo gravidanza non ulteriormente trattate con chirurgia. Dieci pazienti hanno avuto gravidanze, di cui 8 sono giunte a termine. Il parto è stato espletato mediante Taglio Cesareo. Descriviamo la tecnica chirurgica adottata.

Materiali e metodi

Dal 1996 ad oggi la nostra divisione ha trattato con isteropromontofissazione per via laparoscopica 23 pazienti di età compresa tra 28 e 42 anni (età media 35 anni). Le pazienti erano tutte affette da isterocele di II – III grado secondo la classificazione half way system sintomatico. Le pazienti desideravano preservare la loro fertilità.

Il principio dell’intervento è quello di essere conservativi sull’utero ripristinando una situazione anatomica più fisiologica possibile. Si sospende l’istmo uterino al periostio del promontorio del sacro mediante rete in polipropilene. Le vie di accesso laparoscopico sono quattro, una periombelicale ottica di 10 mm e tre ancillari: una sovrapubica da 10 mm e due parailiache bilaterali da 5 mm. Il filo di sutura utilizzato per l’ancoraggio è un polifilamento sintetico intrecciato non riassorbibile.

Prima di posizionare i punti di sutura è importante aprire il peritoneo: tale apertura avviene anteriormente a livello istmico, tra la plica vescico-uterina e l’inserimento dei legamenti utero-sacrali sull’utero, posteriormente tra il promontorio del sacro, scendendo sul pavimento pelvico sino a giungere al Douglas ricongiungendosi con la parte già precedentemente speritoneizzata a livello anteriore.

La mesh viene posizionata facendola passare attorno alla regione istmica attraverso due finestre create nella porzione avascolare del legamento largo bilateralmente. Tale mesh viene, quindi, annodata e fissata posteriormente in corrispondenza dell’inserzione dei legamenti utero-sacrali e posteriormente sul promontorio del sacro.

Al termine del tempo di ancoraggio della rete alle strutture e/o agli organi interessati, si procede alla peritoneizzazione in sutura continua con filo in monofilamento sintetico riassorbibile, avendo cura di ricoprire completamente la rete.

Risultati

Sono state trattate 23 pazienti con prolasso genitale, di queste in due casi si sono verificate recidive dopo gravidanza (8.7%) che essendo asintomatiche non sono state ulteriormente trattate con chirurgia. Dieci pazienti (43%) hanno iniziato una gravidanza, di cui 8 sono giunte a termine. Il parto è stato espletato mediante Taglio Cesareo.

La perdita ematica intraoperatoria è stata trascurabile. Non ci sono state complicanze intra e post operatorie. Tutte le pazienti sono state dimesse in prima giornata postoperatoria.

Al controllo clinico dopo 40 giorni tutte le pazienti avevano ripreso le normali abitudini e mansioni quotidiane.

Discussione

Dai risultati ottenuti e dai pochi dati in letteratura la tecnica chirurgica utilizzata per correggere il difetto della statica uterina si è dimostrata valida ed efficace nel ripristinare il regolare equilibrio anatomo-topografico degli organi pelvici interessati.

L’intervento di isteropromontofissazione per via laparoscopica permette di essere miniinvasivi ma efficaci nelle donne fertili e desiderose di prole affette da prolasso uterino.

intervento prolasso uterino

Autori: Raffaella Enria, Flavio Armellino, Carlo Alovisi

U.O.a. di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale “Maria Vittoria” ASL To2– Torino

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